Passione

Aforismi

Vito Mancuso

Amare se stessi è un grande atto di umiltà, di conciliazione con i propri limiti, le proprie paure e le proprie insufficienze.
C'è chi sceglie Dio per disprezzo o più spesso per paura del mondo, e c'è chi sceglie il mondo per disprezzo o più spesso per noia di Dio; alcuni, invece, non scelgono né l'uno né l'altro, perché forse ormai privi di quell'esigenza radicale dell'anima che qualcuno chiamava «fame e sete di giustizia».
C'è un ordine che produce bellezza e vita, e un disordine da cui provengono deformità e morte.
Chi crede in Dio è abitato da una sottile ma insopprimibile nostalgia. Nostalgia per le promesse che la vita contiene e che essa da sé non realizzerà mai.
Chi è innamorato non è più padrone di sé, il suo corpo e la sua mente non gli obbediscono più come prima, si scopre in balìa di una sorta di irresistibile magnetismo fisico e psichico. Si tratta di una vera e propria dipendenza.
Chi, dicendo di credere in Dio, si preoccupa anzitutto di appartenere a un'istituzione, nega il senso originario del messaggio di Gesù che consiste proprio nel distinguere radicalmente lo spirito dall'istituzione, il Regno di Dio da questo mondo.
Ci sono voluti miliardi di anni di incessante lavoro cosmico perché un essere vivente potesse giungere a pronunciare consapevolmente "io", e credo che si tratti di un lavoro prezioso. L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
Dio è il simbolo meno inadatto inventato dagli uomini per esprimere il contatto con l'inesausta creatività dell'universo che dà la vita, con quell'attività mai interrotta che sostiene la vita e che talora è in grado di rimandare a una dimensione al di là della semplice vita naturale.
Essere cristiano non si può ridurre all'obbedienza al papa. Vi può essere un'obbedienza al papa che non esprime il vero cristianesimo, e vi può essere una disobbedienza al papa che esprime il vero cristianesimo. Ancora una volta, non è il principio esteriore di obbedienza all'autorità a risultare decisivo, ma quello interiore di autenticità.
Essere liberi nella propria mente e nel proprio spirito, senza alcuna sudditanza esteriore, e al contempo coltivare una scrupolosa obbedienza interiore alla verità: questo è il senso della vita spirituale, ed è questo l’obiettivo che intendo promuovere.
I migliori leader non sono coloro che impongono se stessi a dispetto degli altri e contro gli altri, ma coloro che sanno creare sistema, squadra, organizzazione, cioè concerti di relazioni ordinate. E ciò vale per qualunque forma di leadership, dalla politica all'economia allo sport.
Il caos è prima del peccato, è ciò che lo rende possibile; ne è la radice, non il frutto.
Il divino viene associato a qualcuno che dice di vedere madonne che piangono, madonne che appaiono, madonne che rivelano segreti e simili cose straordinarie, delle quali non si può pensare nulla se non che possono o non possono essere, alle quali si può credere oppure no, perché la cosa non ha nessuna importanza.
Il mito è più vero della storia. Ciò che è storico è realmente accaduto una volta, ciò che è mitico accade realmente ogni giorno.
Il mondo privo di religione si ritrova senza coesione interna, schiacciato su una dimensione sola, in balìa di un egoismo che sa solo calcolare, molto prossimo al cinismo, talora alla disperazione.
Il vero uomo di fede è uno che si fida della vita e quindi le sorride, da qui il permanente sorriso che contrassegna gli spirituali, il cosiddetto «mezzo sorriso».
In Italia si dice Dio e si pensa subito al papa e alla curia romana, è una sorta di reazione meccanica che dobbiamo alla nostra lunga storia all'ombra del Cupolone, e non sono pochi coloro che dicono di essere senza Dio solo perché in realtà vogliono liberarsi dal papa e dalla curia.
L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
L'amore non è qualcosa che si ha o che si fa, è qualcosa che si è. È una forma dell’anima.
L'ateismo che nasce nel nome della ribellione morale e della passione intellettuale ha molto da insegnare ai credenti.
L'esistenza di Dio è per definizione inattingibile dalla mente umana, perché in caso contrario avremmo a che fare con un oggetto finito, e non con la dimensione infinita alla quale rimanda il termine Dio. Il Dio vivente non si può imprigionare, non si può ridurre in cattività capendolo, e quindi neppure si può «conoscere con certezza».
L'idea di Dio è il ponte che mi consente di unire il sentimento e l'attesa del bene dentro di me, con il senso ultimo del mondo fuori di me.
L'umanità concreta appare dolorosamente difforme rispetto all'umanità ideale, l'umanità concreta a volte non agisce con umanità. Da ciò avvertiamo che essere veramente uomini è più dell'essere uomini come normalmente si è.
La fede cattolica non può orientarsi come obbedienza all'autorità del magistero pontificio, perché tale autorità è in continua e talora incoerente evoluzione, mentre la fede, se veramente è un sentiero spirituale e non politico, ha necessariamente a che fare con l'eternità della dimensione divina.
La fede è al servizio della vita, non viceversa.
La maturità di una società a livello civile si misura sulla possibilità data a ciascun cittadino di realizzare il diritto nativo all’amore integrale.
La pretesa di risolvere il discorso sulla vita e il suo senso in chiave scientista, e quindi di dichiarare chiuso il discorso su Dio e sul mondo spirituale perché non materialmente sperimentabili, appare come un'opzione a sua volta dettata dalla fede, da una particolare fede filosofica improntata al materialismo e al riduzionismo.
La purezza del sentimento nasce dall’oscurità dell’impulso erotico.
La religione nasce dallo scacco, dalla crisi, dal disagio, dalla problematicità: quando gli uomini stanno bene di solito pensano ad altro che ai valori spirituali, e se arrivano a pensarvi è solo perché giungono a essere incalzati dal negativo dell'esistenza.
La religione è il tentativo da parte degli esseri umani di legare se stessi al senso di un mondo che li supera, proprio come fa il rilegatore di libri che da tanti fogli sparsi produce un volume. E i fogli sparsi sono i nostri giorni, le nostre vite che se ne vanno.
La religione è oggi nel bene e nel male la principale sorgente dell'identità, non solo a livello geopolitico ma anche personale. Lo è persino per chi la rifiuta.
La religione, nelle sue molteplici e contraddittorie manifestazioni, è il tentativo di venire a capo del mistero della vita nella sua globalità, il tentativo di afferrare la sua selvaggia bellezza (cattedrale), e di non venire schiacciati dalla sua sconvolgente imponderabilità (ospedale).
La vera differenza al cospetto del senso della vita è tra chi cerca, e cercando apprezza le ricerche altrui, e chi non cerca, e non cercando disprezza le ricerche altrui.
La via giusta è simile all’acqua che, adeguandosi a tutto, a tutto è adatta.
Lourdes, Fatima, Loreto, Siracusa, Medjugorje e tutti gli altri santuari possono essere veri o possono essere falsi, così come possono essere veri o possono essere falsi tutti gli altri santuari delle altre religioni che ricoprono il mondo. Se devo credere a una ragazza francese o portoghese che mi dice di vedere e sentire la Madonna, perché non devo credere allo stesso modo a una ragazza indiana o cinese che mi dice di vedere e di sentire qualcosa di analogo nella sua religione?
Mentre la ragione arriva sul far del crepuscolo e sistematizza quanto acquisito da altri, l'intuito si alza la mattina presto, si aggira che ancora è buio, pretende di vedere quando ancora non c'è luce.
Nel mondo delle prove razionali dell'esistenza di Dio ogni evento deve avere una ragione sufficiente, nel mondo della vita reale, invece, molte cose presentano una ragione completamente insufficiente, non sono spiegabili in base a nulla, ammettono solo un volto come quello del grido di Munch.
Noi siamo la nostra libertà e il valore di ciascuno di noi si misura sul grado di essere e di generare libertà.
Non è più l'obbedienza alla chiesa l'elemento che fa di un essere umano un cristiano. Il criterio del cristianesimo autentico procede dal magistero della verità che si dice come bene e come giustizia, e che si autocomunica immediatamente alla mente e al cuore.
Ogni grande civiltà si fonda sull'armonia tra senso ultimo delle cose ed esperienza concreta della vita, tra sintesi vitale e volontà analitica.
Per ogni uomo che viene sulla terra la partita della vita è sempre tra Io e Dio.
Respiro, dunque sono.
Se c'è un insegnamento che è possibile trarre dai 2500 anni di storia della filosofia occidentale è che l'esercizio rigoroso della ragione filosofica ha condotto a differenti e contrastanti risultati. La ragione filosofica non riesce a essere la stessa per tutti perché all'origine non c'è lei, la ragione, ma la vita, un mare che ci sovrasta e da cui ciascuno trae l'immagine che meglio gli corrisponde facendone il punto fermo su cui strutturare la comprensione del reale.
Se l'uomo da sempre ha sentito il bisogno della religione, è perché si ritrova circondato, assediato, quasi oppresso, dal mistero della vita, che lo affascina e che insieme lo angoscia.
Se per «città di Dio» si intende la riunificazione del genere umano nella chiesa cattolico-romana, come vuole la tradizione cattolica, penso che si debba cambiare al più presto programma. Il mondo l'ha già fatto.
Senza bontà e veridicità non si può giungere alla pienezza di bellezza che un essere umano può realizzare.
Senza gli uomini e la loro coscienza, e il loro soffrire, amare, sperare, non potrebbero sorgere le condizioni di possibilità del divino.
Si perviene ai livelli più profondi dell'esistere solo mediante il silenzio, perché è solo il silenzio che ci consente di scavare dentro di noi.
Soltanto la coscienza del soggetto, il giudizio della sua ragione pratica, può formulare la norma immediata dell’azione
Una civiltà tecnocratica priva dell'apporto sapienziale della religione non sarà mai in grado di produrre e sostenere quell'etica basata sul principio-responsabilità in grado di unire gli uomini tra loro, di cui il nostro tempo ha urgente bisogno.
Una religione senza più presa sulla società diviene semplicemente inutile; e sempre per questo una società senza radicamento nella religione cade preda del caos, viene corrosa dal nichilismo e peggio ancora dall'affarismo.